Purtroppo, mi vedo costretto a unirmi alle reazioni contrariate rispetto al post diffuso recentemente sui social network dal gruppo italiano di Friday For Future (FFF), denunciante ‘la bufala del sovrappopolamento del pianeta’.
Non se Jacopo Simonetta, nel suo ultimo articolo per il nostro blog, intendesse replicare specificatamente a questa presa di posizione, sta di fatto che le sue argomentazioni sono comunque calzanti e pienamente condivisibili. Trovo molto preoccupante che FFF Italia ricicli una propaganda denigratoria biecamente antimalthusiana riecheggiante in tutto e per tutto argomentazioni normalmente adottate da tanti denigratori di Greta Thunberg, ossia gli apologeti dello sviluppismo sempre inclini a ridimensionare o negare l’urgenza della problematica ambientale. A tratti, sembra di leggere Chicco Testa o gente simile, per capirci, non persone che dovrebbero avere come bussola di riferimento la formula IPAT di Paul Ehrlich..
In realtà, non è la prima volta che FFF manifesta diffidenza verso la questione sovrappopolazione: già il 7 maggio scorso, infatti, sul sito italiano dell’organizzazione era stata pubblicata la traduzione di un articolo polemico del giornalista scientifico del Guardian George Monbiot, figura che posso solo ammirare per il suo impegno, pur temendo che la militanza politica stia avendo un po’ troppo il sopravvento sul rigore scientifico. In ogni caso, la posizione italiana sembra condivisa da tutto il movimento.
A onor del vero, io stesso la pensavo pari pari come Monbiot finché non mi hanno fatto capire che il suo ragionamento, valido su scala globale, non lo è più analizzando a livello locale. Oggi l’Africa si trova in overshoot in quanto abitata da un numero eccessivo di persone, benché molto poco impattanti pro capite (per maggiori dettagli rimando a un mio vecchio pezzo), segno inequivocabile di sovrappopolazione.
Al pari di altri che hanno replicato potrei chiudere qui la questione, ma ciò mi lascerebbe un profondo senso di amarezza perché, conoscendo l’idealismo sincero dei tanti ragazzi che hanno aderito al messaggio di Greta incuranti della marea di contumelie riversate sulla loro testa, sarebbe ingiusto metterli in croce per un errore concettuale, per quanto molto grave. Anche perché non sopporto il gongolamento di una certa vecchia guardia ambientalista da sempre in attesa di passi falsi delle nuove leve per accontentare il proprio narcisismo avanguardista di unica, vera depositaria del pensiero ecologista (magari si fossero tutti sfogati onestamente alla maniera di Jacopo).
Pertanto, dopo aver sottolineato lo sbaglio commesso invitando a ricredersi, credo sia giusto altresì rimarcare alcune preoccupazioni condivisibili e ineludibili. E’ vero che la sovrappopolazione, per la delicatezza del tema, è sempre stato un argomento decisamente tabù, ma negli ultimi anni lo sta diventando sempre meno e a farne un vessillo spesso sono persone non molto raccomandabili (oltre che ancora meno interessate alla IPAT). Da una parte, mi schiero senza se e senza ma con Jacopo, rifiutando categoricamente l’idea che denunciare la sovrappopolazione del pianeta sia un atto fascio-nazista; dall’altra, è altrettanto innegabile che, in piena e palese crisi ambientale planetaria, alcuni soggetti portatori di ideologie poco raccomandabili vogliano trasformarla nel ‘vero problema ecologico’ per scaricare ogni responsabilità sui poveri del mondo.
E’ un fenomeno che vedo aggirarsi in maniera sempre più strisciante sui social media, anche tra gruppi ambientalisti del tutto rispettabili, ma che sta prendendo piede anche al di fuori del Web, all’interno della galassia di movimenti legati all’estrema destra, come ben descritto da un articolo pubblicato nel maggio scorso su The Vision. Ne riporto uno stralcio significativo:
La spiega il reporter David Roberts, che da anni si occupa di questioni ambientali per i media statunitensi, in un articolo intitolato Sono un giornalista che si occupa di ambiente, ma non scrivo mai di sovrappopolazione. Vi dico perché, dato che me lo chiedete costantemente: “Quando i movimenti politici o i leader mettono il controllo della popolazione al centro delle proprie preoccupazioni… diciamo solo che non finisce mai bene. In pratica, quando trovi qualcuno preoccupato della sovrappopolazione, molto spesso trovi razzismo, xenofobia o eugenetica in agguato dietro le quinte. Sono quasi sempre popolazioni particolari che devono essere ridotte”.
Il professore della Columbia University Matthew J. Connelly riassume la preoccupazione legata alla sovrappopolazione in modo più animato di Roberts. “Quando le persone mi domandano se il mondo è sovrappopolato,” scrive Connelly, “voglio sempre domandare loro: chi hai in mente? C’è qualcuno in particolare che non credi sarebbe dovuto nascere? Magari qualche grande gruppo di persone, magari milioni di persone, che non credi dovrebbero essere qui? […] Se vuoi essere specifico rispetto a questioni che preoccupano le persone – ci sarà abbastanza cibo? Ci sono troppe emissioni di CO2? – allora devi iniziare a parlare di chi esattamente sta consumando questo cibo. E lo stiamo davvero esaurendo? Se ti preoccupa il riscaldamento globale, da dove viene quel riscaldamento?”.
Roberts e Connelly sono ‘ecostruzzi’, per usare la definizione di Jacopo nel suo articolo? Direi proprio di sì, e sbagliano a comportarsi così perché, se è giusto che esistano tabù morali, non devono essercene invece di intellettuali (per essere chiari: non si deve praticare l’incesto, ma si deve essere liberi di parlarne). Tuttavia, possiamo davvero ridimensionare le loro preoccupazioni, riprese dai sostenitori di Greta, come campate per aria? Io non credo, temo anzi che dovremo abituarci sempre di più a gente che utilizzerà la sovrappopolazione come scusa per riesumare l’eugenetica, il darwinismo sociale e altre sozzerie di cui non si sentiva certo la nostalgia.
Mi auguro che chi ha pur giustamente biasimato la sconsiderata uscita di FFF ora non se ne esca con improduttivi atteggiamenti di chiusura verso il movimento, anche perché siamo di fronte a un modo di sbagliare ben diverso da quello degli ecofascisti: negando la sovrappopolazione, i ‘gretini’ enfatizzano il loro problema ecologico principale (consumi), quindi accollano su di sé maggiori oneri, invece di riversarli sugli altri. Siccome il loro attivismo non ha alcuna influenza sui trend demografici dei paesi in via di sviluppo e poiché dubito che i membri dei FFF si distaccheranno dalle tendenze procreative occidentali in declino, alla fine adotteranno comunque comportamenti virtuosi malgrado la tremenda cantonata presa.
Soprattutto, esorto chi li critica a non aggiungere errore a errore reagendo come se vivessimo ancora negli anni Settanta, quando veramente parlare di sovrappopolazione era la via più veloce per farsi crocifiggere indistintamente dall’estrema destra all’estrema sinistra e solo un ristretto manipolo di coraggiosi, imbevuti di quella che allora (ma forse anche adesso) era la punta di diamante della scienza della sostenibilità, aveva il coraggio di affrontare l’argomento. Oggi, invece, strani personaggi tendono a mettersi in bocca questa parola, per ragioni del tutto aliene all’ecologia. Fatto che di certo non deve indurci all’autocensura ma sicuramente ad agire con molta, molta cautela e accuratezza.
Hey! Ho bisogno almeno di un motivo che mi faccia stare bene
Sono stufo dei drammi in tele, delle lamentele, delle star in depre
Del nero lutto di chi non ha niente a parte avere tutto
Delle sere chiuso per la serie culto, della serie chiudo e siamo assieme, punto
Soffiano venti caldi, siamo rimasti in venti calmi
E sono tempi pazzi, fricchettoni con i piedi scalzi che diventano ferventi nazi
Fanno il G8 nei bar, col biscotto e il cherry muffin
Sono esilaranti nel ruolo di piedipiatti, Eddie Murphy
Scusa non dormo sulla mia Glock 17 sognando corpi che avvolgo come uno stock di cassette
Ora che mi fido di te come di chi fa autostop in manette
Scelgo un coro come Mariele Ventre che mi faccia star bene sempre!
Con le mani sporche fai le macchie nere
Vola sulle scope come fan le streghe
Devi fare ciò che ti fa stare
Devi fare ciò che ti fa stare bene
Soffia nelle bolle con le guance piene
E disegna smorfie sulle facce serie
Devi fare ciò che ti fa stare
Devi fare ciò che ti fa stare bene
Hey! Ho bisogno almeno di un motivo che mi tiri su il morale
Prima che la rabbia mi strozzi mentre premo sul collare
Pare che il “brutto male” nasca spontaneo da un conflitto irrisolto
Vadano a dirlo a chi ha raccolto l’uranio del conflitto in Kosovo
Chi se ne sbatte
Di diete famose, di strisce nel cielo e di banche
Non vedo più ombre se accendo il mio cero al debunker
Non faccio come il tuo capo, coperto di bende come Tutankhamon
Non vivo la crisi di mezza età dove “dimezza” va tutto attaccato
Voglio essere superato, come una Bianchina dalla super auto
Come la cantina dal tuo superattico, come la mia rima quando fugge l’attimo
Sono tutti in gara e rallento, fino a stare fuori dal tempo
Superare il concetto stesso di superamento mi fa stare bene
Con le mani sporche fai le macchie nere
Vola sulle scope come fan le streghe
Devi fare ciò che ti fa stare
Devi fare ciò che ti fa stare bene
Soffia nelle bolle con le guance piene
E disegna smorfie sulle facce serie
Devi fare ciò che ti fa stare
Devi fare ciò che ti fa stare bene
Vuoi sta-re be-ne? Sta-re be-ne
Vuoi sta-re be-ne? Sta-re be-ne
Vuoi sta-re be-ne? Sta-re be-ne
Vuoi sta-re be-ne? Sta-re be-ne
Risparmiare metà della fatica?
Cancellare metà della rubrica?
Respirare soltanto aria pulita?
Camminare verso la via d’uscita? -ta? -ta? -ta? -ta?
Mi farà stare bene!
Devi fare ciò che ti fa stare bene
Devi fare ciò che ti fa stare
Ciò che ti fa stare
Ciò che ti fa stare bene
Mi farà stare bene
Canto di draghi, di saldi, di fughe più che di cliché
(Ti farà stare bene)
Snobbo le firme perché faccio musica, non défilé
(Ti farà stare bene)
Sono l’evaso dal ruolo ingabbiato di artista engagé
(Ti farà stare bene)
Questa canzone è un po’ troppo da radio sti cazzi finché
(Ti farà stare bene)
Insomma, questa è l’illusione non solo dei FFF:
“Non vedo più ombre se accendo il mio cero al debunker”
Sfotterli è facile. E’ questo che non ho sopportato in tanti ambientalisti di vecchia data: anziché la delusione che ha manifestato uno Jacopo, hanno preso la palla al balzo per ribadire la loro superiorità di veri detentori del pensiero ecologista. Adesso che sappiamo di saperne più di loro? Nel loro piccolo, in questi anni hanno mosso il culo e sensibilizzato sui problemi ambientali molto più della maggior parte dei loro critici. Finisce tutto per questa uscita sulla sovrappopolazione?
“Siccome il loro attivismo non ha alcuna influenza sui trend demografici dei paesi in via di sviluppo “. Sì, ma può influenzare le politiche migratorie: se la popolazione non è il problema, possiamo lasciare che i paesi poveri aumentino la loro popolazione a dismisura E assorbirne quella in eccesso qui, il che è doppiamente deleterio. La crescita demografica in quasi tutti i paesi ricchi è solamente dovuta all’immigrazione; inoltre, chiedere, come giustamente si deve fare, agli abitanti di questi paesi di ridurre i loro consumi, ma solo per far posto ad altra gente così che i consumi totali restino uguali, mi sembra veramente assurdo, nonché destinato a non funzionare.
Poi, anche questa idea dei consumi pro-capite come unico metro mi sembra sbagliata per almeno due motivi. Uno, come è una scelta quanto consumare, a livello collettivo, lo è anche quando riprodursi, attraverso la somma di scelte individuali e collettive / politiche. Perché biasimare un norvegese che ha un po’ più di risorse a disposizione perché la sua comunità ha deciso di autolimitarsi, e assolvere completamente un indiano, un cinese o un africano che è povero anche perché lui e i suoi connazionali e i loro antenati E i loro governi non stanno facendo abbastanza per fermare e invertire la crescita demografica? È come se ogni società avesse un “budget” e decidesse come spenderlo: figli o consumi? Senza contare che i consumi finiscono quando uno muore, gli effetti dei figli continuano.
Un altro motivo per cui è sbagliato pensare solo alla questione dei consumi pro-capite è che questo ragionamento parte dalla curiosa supposizione che i poveri resteranno poveri. Ma stiamo vedendo a che ritmi crescono le economie in via di sviluppo, in Asia, Africa e America Latina; e se uno non riesce ad aumentare il suo tenore di vita nel proprio paese, emigra. Quindi, a maggior ragione dovremmo preoccuparci della crescita demografica nei paesi in cui succede questo!
Infine, penso che proprio autocensurarsi quando si tratta di immigrazione e sovrappopolazione, oltre ad essere molto meschino – non parlo con quelli, sono cattivi! – sia anche un autogol. Se ci fossero persone disposte ad esempio a fermare o ridurre l’immigrazione di massa in Italia con metodi rispettosi dei diritti umani e dell’ecologia, probabilmente ci sarebbe molta meno gente che vota Lega! È la sinistra con le sue assurde fissazioni e i suoi tabù che non lascia altra scelta (preciso che io non voto né ho mai votato la Lega, ma sono in seria difficoltà su questa questione perché non so chi altro votare).
Ecco, questo tipo di ragionamento riflette chiaramente le paure dei FFF, e lo trovo comprensibile: lei sta presentando gli europei come persone intelligenti che si sono ‘autolimitate’ e africani e asiatici come babbei incapaci di farlo; come se alla base di tutto ci fosse una ‘scelta personale’. Se gli europei sono riusciti nella transizione demografica è stato grazie alle risorse di altri popoli che si trovavano in una posizione marginale nell’economia-mondo capitalistam spesso marginalizzati. Dopo la decolonizzazione, diversi stati africani avevano avviato campagne di pianificazione famigliare, interrotte però dai tagli al Welfare imposti dai piani di aggiustamento strutturale di FMI e Banca Mondiale. Hanno dovuto dedicare le loro economie all’esportazione offrendo ulteriori risorse agli occidentali per ‘autolimitarsi’. Quasi tutti gli stati africani hanno ratificato il protocollo di Maputo sull’autodeterminazione femminale, ma senza risorse rischiano di essere lettera vana.
“È come se ogni società avesse un “budget” e decidesse come spenderlo: figli o consumi?”
Mentre dice questo, si ricordi che il nostro paese è in overshoot del 400% rispetto alla sua biocapacità. Se noi vivessimo solo della nostra biocapacità, con l’impronta attuale dell’italiano medio potremmo essere solo 11 milioni. Se io e lei non muoriamo di fame o non soffochiamo nei rifiuti, è anche perché stiamo sfruttando la biocapacità di qualcun altro. Non se lo dimentichi quando parla di budget.
E però la visione della destra è ‘sovranismo per me, globalizzazione per gli altri’. Un discorso coerente con il non volere emigrati dovrebbe prevedere una consistente riduzioni dei flussi di materie prime grezze nel sud del mondo, che dovrebbero rimanere là per cercare una sorta di ‘sviluppo’ che permettesse una transizione demografica riveduta e corretta. La sinistra si tappa gli occhi per non vedere, mentre la destra vuole botte piena e moglie ubriaca.
Questo succederà perché la ‘festa’, ahimé, è finita da un pezzo.
No, non intendevo questo: non ci sono stupidi e intelligenti, per me gli esseri umani nel complesso si stanno comportando tutti male, dai norvegesi agli africani! Volevo solo dire che secondo me c’è un errore nella mera valutazione pro capite, su un piatto un canadese sull’altro un cinese, perché la dimensione collettiva è fondamentale nella vita umana, non siamo solo individui. Per cui certo, valutiamo l’impatto totale diviso per il numero di abitanti, per farci un’idea, ma poi dobbiamo anche pensare che ci sono scelte collettive per cui certi popoli preferiscono tenere più bassa la propria popolazione anche per avere più spazi naturali, un tenore di vita più alto, meno sovraffollamento, e così via.
Sul discorso delle risorse, ovviamente ne sono consapevole e sono d’accordo, però se da un lato ci viene chiesto, e giustamente, di rinunciare a prenderle dai paesi che sfruttiamo, perché ci viene chiesto al tempo stesso di accettare di aumentare una popolazione già insostenibile, e quindi la domanda totale di risorse? Se un nigeriano vuole battersi contro lo sfruttamento petrolifero del suo paese o un senegalese contro la pesca industriale che gli toglie il cibo di bocca, ha tutto il mio appoggio (infatti vado a piedi e non mangio pesce), ma se la soluzione dev’essere che venga qui (non il singolo, parlo di fenomeni di massa) a consumare quel petrolio e quel pesce, non sono d’accordo.
E’ una visione molto liberale delle cose, un po’ come dire che qualcuno fa il CEO di una multinazionale e l’altro l’operaio per una scelta personale. In questo caso si sta dicendo che alcuni paesi preferiscono essere società terziarizzate avanzate per avere alti consumi e altri stare al livello di nazioni in via di sviluppo per fare molti figli. Non mi pare funzioni così… anche perché laddove non esiste un sistema di welfare una famiglia numerosa che ti aiuti è l’unica ancora di salvezza.
La questione è un po’ più complessa di così, in primis perché ad esempio i paesi più colpiti dal riscaldamento climatico sono quelli che hanno meno contribuito a creare il problema (questo non lo potrai mai compensare), in secondo luogo perché per loro una transizione demografica in stile occidentale è impossibile (in questo vecchio pezzo avevo fatto alcuni calcoli per capire quando scatta il meccanismo della transizione http://www.decrescita.com/news/crescita-sostenibile-transizione-demografica-e-altri-miti/ ). Inoltre, se si sviluppassero alla maniera occidentale, farebbero cose come abbatere foreste fondamentali per tutta l’umanità per non morire soffocati.
Penso che l’Occidente possa legittimamente pretendere qualcosa solo se farà il primo passo concreto, in fondo è giusto che chi è messo meglio agisca prima. In questo senso, pragmaticamente parlando, i FFF concentrati nel ridurre il proprio impatto nonostante la loro impreparazione teorica sono tutto sommato migliori di chi li contesta correttamente nel merito e poi ha un consumo equivalente di due o più pianeti Terra.
Bè… sì! Io non farei mai il CEO di una multinazionale!! C’è sempre una scelta, per quanto in certi casi estremamente limitata.
Leggo tutto quello che posso sul tema natalità e popolazione, anche da fonti africane (su internet, siti nigeriani, ghanesi, ecc), e, mentre molti governanti e anche attivisti e capi locali si sono resi benissimo conto che la loro crescita demografica è un problema in primis per loro e va arginata, leggi anche un sacco di interviste a persone, soprattutto uomini o donne che hanno paura della competizione di altre mogli, che assolutamente *vogliono* avere tanti figli anche se sanno che avranno ottime possibilità di vivere in miseria. Pensare che solo i popoli occidentali siano responsabili di quello che fanno, mentre tutti gli altri sono solo vittima delle proprie circostanze, è una forma subdola di razzismo.
Ci sono tante persone, soprattutto in occidente ma non solo, che stanno scegliendo di fare solo un figlio o non farne proprio per come sta andando il mondo. Se lo fanno loro, possono farlo tutti.
Infine, fare tanti figli perché si prendano cura di te quando sei vecchio per me è immorale, non importa se è logico. È supremamente egoistico perché 1 stai contribuendo a creare un mondo invivibile per i figli che metti al mondo e a distruggere l’ambiente, e se questo non ti interessa comunque sai che più figli fai meno ciascuno erediterà e più fatica farà a sopravvivere 2 far nascere una persona con un obbligo del genere significa negarne la libertà individuale, e questo sicuramente in certe culture è accettabile, ma per me non lo è.
Allora: o scusiamo i popoli occidentali per i danni che fanno all’ambiente con i loro comportamenti, ma facciamo lo stesso per gli altri popoli che fanno pure loro danni, anche se in altro modo, oppure consideriamo *tutti* vittime di circostanze e ingabbiati nella propria cultura. Non vale dire: noi siamo colpevoli, gli altri innocenti per definizione.
In ogni caso, se pensa che la Svezia fa la Svezia e il Burkina Faso fa il Burkina Faso perché ‘l’hanno scelto’, mi sa che prende una cantonata peggiore di quella dei FFF.
Non ho detto questo. Comunque, mutatis mutandis, non conosco politici occidentali contro la crescita economica, eppure la crescita di oggi è altrettanto immorale perché degrada il futuro delle prossime generazioni, è totalmente ‘antieconomica’, come ha spiegato Herman Daly. Come vede, la pagluzza nell’occhio dell’altro è più facile da vedere della propria trave, quindi ribadisco che la tipologia di errore in cui incorrono i FFF è meno grave di quella ecofascita perché porta a comportamenti più virtuosi.
Possono farlo perché esistono servizi di welfare che si sono sviluppati grazie alla crescita economica e che infatti traballano da quando si è fatta anemica. In un paese in via di sviluppo l’assistenza sociale è quasi inesistente ed è fondamentale una fitta rete familiare per sostenersi. Sta paragonando realtà incomparabili tra loro.
Guardi, è altrettanto immorale sacrificare l’avvenire delle future generazioni per tentare di allungare a dismura la speranza di vita e cose simili. Perché se i paesi in via di sviluppo sono sovrappopolati di fasce giovanili di popolazione, quelli occidentali lo sono di anziani. Ovviamente c’è una differenza enorme tra non concepire un bambino (o anche un aborto, per quanto mi riguarda) e lasciare/far morire un anziano, sul piano etico. Però i bilanci degli stati occidentali sono sempre più gravati da spese per la previdenza e l’assistenza agli anziani o in ricerca medica per tentare di allungare la vita indefinitamente, e questo in un momento in cui viviamo un’emergenza ecologica gravissima tale per cui bisognerebbe operare subito grandi investimenti nel poco tempo che ci resta per non aggravarla. Sinceramente ho trovato molto pornografiche le scene dei centenari a cui è stato somministrato in pompa magna il vaccino anti-covid.
Non ho mai detto questo, solo che i gradi di responsabilità sono chiaramente diversi e penso che gli occidentali debbano fare il loro prima passo. Una mia proposta è che le nazioni che non assorbono tutta la CO2 prodotta tramite la loro biocapacità paghino i paesi dove si trovano le foreste-polmone dell’umanità per assicurare il loro mantenimento. Brasile, Congo, ecc riceverebbero dei soldi per lasciare intoccate le loro aree verdi, cosa che renderebbe più attraente la pianificazione familiare perché l’espansione demografica causa disboscamento. E spronerebbe l’Occidente a ridurre le emissioni al contempo.
Ecco, se siamo giunti a una situazione dove l’Occidente per campare ha bisogno del sottosviluppo altrui, allora occorrono misure di questo tipo. Se l’Occidente le fa toglie anche ogni alibi alla controparte.
Igor, su certe cose sono d’accordo, su altre no ma mi pare che abbiamo chiarito entrambi il proprio pensiero (sì, io credo esista una responsabilità dei popoli, nei limiti del possibile, ma forse mi sbaglio ed è tutto predeterminato.) Comunque basta con questa accusa di “ecofascismo”, non sono mica ecofascista io! Non può essere “ecofascismo” tutto quello con cui non si è d’accordo. Allora è “ecofascista” non curare i vecchi perché sono un costo! (Io sono d’accordo sull’inopportunità di vaccinare centenari, per inciso, ma effettivamente come ragionamento ricorda un po’ quello nazista, per dire quanto infruttuose siano queste accuse per associazione)
Per quanto riguarda la previdenza, continuo – con Murray Bookchin, se non ricordo male – a pensare che una delle principali forme di sfruttamento dell’uomo sull’uomo sia quella dei vecchi sui giovani, per cui per quanto mi riguarda il nostro sistema pensionistico attuale con i suoi eccessi non è più etico del fare figli con l’obbligo di mantenere i genitori, e se io dovessi diventare vecchia e non avere nessuno che si prende cura di me penserò che forse ho sbagliato qualcosa, o come persona o come mio ruolo nella società, e pazienza, cercherò di fare qualcosa per mantenermi o accetterò la mia sorte.
Dove, quando e come ti avrei dato dell’ecofascista. Mi pare di aver sempre replicato argomentando quando ho dissentito dai tuoi punti di vista senza affibbiarti insulti o etichette. Potrei dire al limite che trovo la tua visione abbastanza occidentalocentrico e molto ispirata al liberalismo anglossassone su certi aspetti, ma non fascista.
Io sono vecchio, anzi appartengo proprio alla generazione dei “boomers” che non ha saputo evitare quello che sta accadendo. Penso che l’intero sistema pensionistico e sanitario attuale non potrà farsi carico di noi e non sarebbe giusto, visto che graveremmo sulle spalle di gente che, mediamente, ha lavorato più di noi e guadagnato meno. Però, se accettassimo questo fatto finché abbiamo degli spazi di manovra, potremmo fare qualcosa di meglio che abbandonare i vecchi al parco (cosa che in certi paesi già succede) o rispolverare l’accoppino. Magari prevedere un sistema di sostegno psicologico al trapasso e di eutanasia oltre certi limiti. Naturalmente dirlo evoca immediatamente lo spettro di Adolfo, ma ignorarlo non ci consentirà di mantenere l’attuale wellfare; costringerà invece molti di noi a morire soli; che è molto triste.
Quanto alla questione sociale, spennare ammodo il famigerato 1% (ma anche il 10%) sarebbe a mio avviso la prima cosa da fare non tanto perché questo permetterebbe di fare chissà che, ma perché questo sarebbe un primo passo per ricreare un minimo di coesione sociale.
Igor, può darsi che abbia frainteso, e può anche darsi che tu abbia ragione, io (mio malgrado) sento molto l’influenza anglosassone, anche perché gran parte della mia formazione è avvenuta in paesi con quella cultura. Riguardo all’occidentalocentrismo, sicuramente cerco di pensare innanzitutto a cosa fare qui, dato che vivo qui (in Italia), però penso sia occidentalocentrico anche attribuire, come si fa molto adesso, la colpa di tutti i problemi del mondo ai paesi occidentali, come se gli altri popoli avessero solo guardato e subito.
Jacopo, completamente d’accordo. Come in tanti altri casi, si potrebbero introdurre riforme non devastanti che ci porterebbero nella giusta direzione (ritardare l’età pensionabile magari riducendo le ore, far lavorare un po’ meno chi già lavora tanto e un po’ più chi pesa sugli altri, permettere almeno a chi VUOLE andarsene da questo mondo perché vecchio e malato di farlo dignitosamente, ridurre le pensioni più alte, sicuramente cominciare a ‘spennare’ i ricchi, cosa indicibile in Italia dove pur dovremmo sapere come si accumulano le ricchezze…), eppure nessuno ha il coraggio, con il risultato che, come con una malattia non curata subito, ci troveremo davanti alla scelta tra cure ben più pesanti o la rovina.
Mia nonna una volta mi ha raccontato che suo nonno era andato da sua madre (la mia bisnonna) chiedendole di prenderselo in casa. Lei non poteva, aveva già tanti figli, poca roba… lui se ne andò e si buttò da un ponte. (Può darsi che non fosse proprio il mio trisnonno, erano anni fa, ma la storia la ricordo bene)
Nessuno vuole questo. Quando adesso però vedo i “vecchi” fare la bella vita, avere più soldi di quanti saprebbero spendere – o spenderne migliaia al mese quando un giovane deve barcamenarsi con mille – mi fa davvero rabbia. Dove crediamo di andare, così?
(Consiglio a chi non l’avesse letto il libro “La società signorile di massa” di Luca Ricolfi. Sicuramente “crescista”, ma molto acuto e onesto)
Guarda, non sono uno che le manda a dire, sono l’unico del gruppo penso ad avere una diffida legale per la sua attività di blogger. Se ti mettessi a cercare tra i commenti ai vari post troveresti alcune mie reazioni verso certi soggetti di cui non vado propriamente fiero, ma che di certo dimostrano che non ho alcuna ritrosia a dire certe cose.
Non è quello che faccio io, semplicemente, questa volta cito io Bookchin, mi piace l’eguaglianza dei diseguali e non la disuaglianza degli eguali.
Igor:
“Una mia proposta è che le nazioni che non assorbono tutta la CO2 prodotta tramite la loro biocapacità paghino i paesi dove si trovano le foreste-polmone dell’umanità per assicurare il loro mantenimento. ”
Guarda che a questo è da tempo che ci lavorano, ad esempio in termini di “crediti di carbonio”. E’ quantomeno ingenuo pensare sia una tua proposta per ora inascoltata. Che io contesto, nel contesto attuale: è solo un’ulteriore spinta a finanziarizzare un problema realissimo. Sono le azioni concrete, che vanno fermate. Non ci si può più barcamenare con incentivi e vincoli di carattere finanziario. Che poi i soliti noti sanno come acconciare.
Quanto a tutto il resto dei commenti a questo post, direi occhio. Ogni sguardo di grande scala è opportuno in un blog che si chiama “apocalottimismo”. E’ opportuno perchè dà il suo notevole contributo (anche nei dibattiti dei commenti) ad una costruzione d’idee altrimenti informe. Però… ci si riduce a combattersi tra luoghi comuni. “Dove “comuni” non è per forza un giudizio negativo di valore ma ricorda che la grande scala fa per definizione di tutta l’erba un fascio.
Ecco allora che, a valle d’ogni ragionamento a grande scala, si dovrebbe auspicare un ragionamento più multiscala da parte di chi potesse e dovesse decidere: un singolo o una collettività, un cittadino o uno stato, ecc… Qualche macrodettaglio potrebbe così essere ridimensionato, nel giusto confronto con la concretezza, senza farci condannare chi non lo mette in cima come vorremmo. E, perchè no, potremmo via via imparare quel che è davvero più urgente e nel contempo condiviso. Ci si potrebbe sorprendere che non sia poi così utopico…
Se le cose non fossero impossibili in modi e filiere alternative, ovunque il mondo sarebbe più sostenibile. Come aiutare la loro emersione, se continuiamo a ragionare sulla macroscala senza dare almeno pari dignità alla concretezza e all’immediatezza nella vita quotidiana d’ogni essere umano?
Ah, e chi accende i ceri sotto gli altari dei debunker non rema certo a favore, in questi sforzi di costruzione delle idee.
Sarebbe molto diverso perché nella mia proposta non sarebbero crediti scambiabili e commerciabili, sarebbero vere e proprie riparazioni come una multa.
Il resto dei tuoi commenti, forse anche per i toni scherzosi (Caparezza ecc) onestamente l’ho capito poco.
Chiedo aiuto a Miguel, perchè lui certo si sa spiegare meglio di me su alcuni argomenti (tipo la fede in complotti o debunkers)…
Mi sembra riduttivo fare solamente la conta dei nuovi nati.
C’è un’intera generazione di africani che si è sottratta a un destino che in altri tempi avrebbe comportato la loro scomparsa precoce.
Ci sono gli interessi di chi vende prodotti agricoli a basso costo di fatto mettendo fuori mercato i prodotti coltivati in loco. Perciò gli africani non sono autosufficienti dal punto di vista alimentare.
E poi, in generale, dal punto di vista dei consumi bisognerebbe prendere in considerazione quanto pesano le classi medie, che sono il vero motore della insostenibilità. In particolare quel 10% di popolazione che viene definita ricca.
Segnalo la presa di posizione molto costruttiva che FFF in replica alle molte critiche riguardo al post sulla sovrappopolazione.
Due giorni fa abbiamo pubblicato un post sul sovrappolamento del pianeta che ha fatto molto discutere, cosa che capita quando si affrontano temi forti.
Ci teniamo molto a farvi sapere che abbiamo letto (e continueremo a leggere) i commenti e i riscontri ricevuti e ne stiamo discutendo ampiamente.
Torneremo ad approfondire questo contenuto, anche per chiarire i fraintendimenti e rispondere ai dubbi.
Sono argomenti forse intricati, ma che meritano di essere divulgati viste le false credenze che circolano. Quindi, a riparlarne presto su questi schermi 👋
Grazie per la vostra attenzione.
Il gruppo redazione di Fridays For Future Italia
Migliorare la misera condizione umana, è una legittima aspirazione del genere umano. Il benessere prodotto dai carburanti fossili (cibo in abbondanza), miglior tenore di vita (beni di consumo e beni durevoli), allungamento della vita media (nuove terapie, nuove scoperte), sono il naturale risultato della rivoluzione industriale nel I°mondo quanto l’evoluzione del Capitalismo in Economia di Mercato.
Il II°mondo sta facendo la rivoluzione industriale, sta gradualmente migliorando il proprio tenore di vita.
Il III°mondo ancora deve fare la propria rivoluzione industriale.
Poichè nessun essere umano è immortale, tutti sulla Terra prima o poi arrivano al proprio capolinea.
Meglio poi, che prima.
Il cambio del paradigma energetico, implica il cambio del vettore energetico & metodologie di produzione energetica, la sua fattibilità è legata alla risultante PESTEL, ed IMHO è almeno da un decennio che i difficili percorsi di un cambio di paradigma energetico sono tutti evaporati, rispetto ai più larghi e facili sentieri in discesa nel BAU.
Un mondo piagato dal Climate Change ma senza Sovrappopolazione, sarebbe stato preferibile, a quello odierno con un pianeta Terra piagato dal Climate Change e con il problema della Sovrappopolazione.
Oggi gli africani sono 1.3 MLD, sulla Terra siamo 7.8 MLD, gli africani sono il 16% della popolazione mondiale.
Nel 2050 gli africani saranno 2.4 MLD, sulla Terra saremo 9.7 MLD, gli africani saranno il 24.7% della popolazione mondiale ed avranno cagionato un contributo smodato, al problema della sovrappopolazione mondiale.
https://www.populationpyramid.net/africa/2020/
ONU, Chiesa Cattolica, i politici africani, i popoli africani, sono i veri responsabili della bomba demografica africana.
Trend noto, sin dai primi del 1990 da ONU, niente è stato fatto, nessuno ha mai perorato un controllo demografico, la risultante è 1.3 MLD d’africani con un trend che in 30 anni sarà apocalittico.
Una politica di controllo delle nascite in Africa, banalmente con uso di profilattici pittosto che pillole anticoncezionali (strumenti meno costosi di un aborto) sarebbero stati opzioni moralmente, economicamente sostenibili, perchè i profilattici avrebbero anche protetto dalle malattie veneree, che in Africa dilagano e che fanno salire i bisogni sanitari e cagionano alte sofferenze umane. Oggi, se vi fosse stata una popolazione stazionaria in Africa a 900MLN, ci sarebbe stato un più alto reddito procapite, maggior benessere sotto ogni punto di vista in Africa, perchè risolvere i problemi di pochi è più facile che sistemare i problemi di tanti.
Di questi mentecatti di “FFF” io non ne ho mai sentito parlare: la mamma degli idioti è sempre incinta!.
Tutto quello che poteva essere scritto e detto, per evitare il collasso è IMHO stato fatto.
Limitiamoci a suonare la campanella dell’allarme generale, registrando meticolosamente ogni cosa che accade (per eventuali posteri o per un eventuale uso tattico della propria sopravvivenza), e quando detoneranno una serie di tipping point, se ci sarà ancora energia ed internet in Italia, i nostri post avranno tutti il tag #dejadit
Dimentichi che l’esplosione demografica globale è cominciata in Europa con la Rivoluzione Industriale e si è diffusa nel mondo con la colonizzazione. Hanno quindi in parte ragione quelli che dicono che la responsabilità storica è nostra, ma dimenticano che la responsabilità attuale è dei governi attuali. Ma soprattutto dimenticano che non fare politiche fortemente anti-demografiche comporta anche dei problemi per gli europei, ma condanna a decenni, forse secoli, di inferno proprio i popoli del “terzo mondo” e più di tutti le donne di quei paesi. Ed anche scaricare completamente sulle donne la responsabilità di ridurre la natalità è a mio avviso una carognata.
E’ questo che fa piacere la “Transizione demografica” tanto ai colonialisti ed ai razzisti (cui da la scusa per dire che è tutta colpa degli africani), quanto ai terzomondisti (cui fornisce un pretesto per dire che la colpa è tutta dei “bianchi” e che gli altri hanno quindi il diritto di moltiplicarsi. I primi hanno torto, perché siamo stati noi ad inventare ed esportare il boom demografico. I secondi hanno torto perché, al di là delle responsabilità, sono proprio i poveri a pagare il prezzo più alto della loro stessa prolificità.
No!.
1-L’Italia nacque nel 1861 e fu terminata nel 1871 mentre il Colonialismo nacque dopo il 1492, il ruolo dell’Italia nel colonialismo è marginale se non nullo.
2-La colonizzazione fu a)causato dalla scoperta della sfericità della Terra, b)la risposta Capitalista alla rapida saturazione di mercato della prima rivoluzione industriale, che iniziò a produrre beni di consumo e durevoli ma che poi rallentò perchè occorrevano più materie prime e nuovi mercati, per allargare la ricchezza, in quanto la tecnologia del 1700 era scarsissima come recuperi di produttività per innovazioni tecnologiche.
L’Impero Britannico con il potere navale e colonie, fece scuola al mondo: Portoghesi, Spagnoli, Francesi, Olandesi, e pure Russi (che non colonizzarono nessuno, perchè gli bastò espandersi ad Est facendo nascere l’Impero Zarino ma senza rivoluzione industriale a causa del peso della nobiltà e della Chiesa Ortodossa che non permisero agli schiavi dei servi della gleba di godere di utili riforme agrarie che avrebbero mutato tale classe in borghesia) sono tutti eventi simili o compatibili, mossi dalla necessità di nuovi mercati e materie prime e bassa tecnologia.
Lo schiavismo (deportazione d’africani in nord america, come manodopera coloniale per alimentare i commerci con l’Impero Britannico), il collasso dell’impero Atzeco ripetutosi nel collasso Incas sono frutto del dominio spagnolo-portoghese, quanto successivamente lo sterminio dei pellirosse nel tardo 1800 (nascita dello stato nazionale USA con politiche d’espansione ad Ovest identiche a quelle russe, senza necessità di colonie) furono tutti eventi clone o segnali d’early warning, relativi a grandi megatrend che rimasero immutati per moltissimi secoli dal 1492 sino al 1900 circa.
Spagnoli e Portoghesi non capendo cosa fosse la ricchezza, scoprirono a loro danni l’inflazione da cause monetarie, ancora prima che Adam Smith un pre-economista iniziasse a porre le basi concettuali dell’economia. Malthus azzardò qualche ipotesi che era in odore di sostenibilità, ma fu smentito da Ricardo e dalla crescente tecnologia nei tempi a venire, perchè l’iniziate tecnica & tecnologia del 1700 era primordiale e la divisione del lavoro e meccanizzazione alimentata con l’uso dei carburanti fossili, iniziarono a produrre crescente benessere. Perfino le guerre, da sempre distruttrici dell’economia, dopo la rivoluzione industriale mutarono in boost oer l’economia con produzione d’armamenti e ricerca scientifica, ottime leve per fare sviluppo economico e guadagnare potere, territori, nel mito della crescita infinita in un pianeta finito.
Nel 1929 il Capitalismo collassò per eccesso di produzione causato dalla WWI, s’ebbe rapidamente a trasformare in Economia di Mercato, mentre in Russia si consumò la nascita del Comunismo alias Economia Collettivista. Tutti e due i modelli usavano carburanti fossili, quanto usavano l’espansione demografica per sostenere le guerre e dilatare il mercato.
L’unica luce di razionalità sul problema della sovrappopolazione, fu posto dal Club di Roma con Limits to growth: il cui paper fu emarginato in quanto ostacolava l’Economia di Mercato(NATO e Dollaro) che conteneva le mire espansionistiche dell’Economia Collettivista(Patto di Varsavia).
Con la nascita dell’IPCC 1990s il paper “Limits to growth” è ritornato fortemente alla ribalta.
Monetaristi e Keynesiani quanto Banchieri & Finanziari sono spaventati: si rifugiano in assunzioni astratte e pensiero magico nella Scienza.
I politici hanno lo sguardo fisso sulla prima elezione utile.
I mass media (raramente sono cani da guardia della democrazia) spargono propaganda e disinformazione.
L’Economia è una scienza sociale tendenzialmente certa entro i 365gg, oltre tale arco temporale ogni cosa è opinione, oppure è un tema militare (informazione classificata e non un tema scientifico da dibattere).
Ormai i sentieri demografici sono percorsi, perchè ONU, Chiesa Cattolica, politici africani, africani hanno perpetrato il danno demografico, nonostante in ONU sapessero i trend dai primi del 1990s. Se si fosse fatta dal 1990 una politica di controllo delle nascite in Africa, una popolazione stazionaria in Africa a 900MLN, oggi ci sarebbe stato un più alto reddito procapite, maggior benessere sotto ogni punto di vista in Africa (dall’istruzione, ad un diverso ruolo della donna nella società, maggior beni di consumo/durevoli ecc…) perchè risolvere i problemi di pochi è più facile che sistemare i problemi di tanti.
Il dentifricio è già uscito dal tubetto e nei prossimi decenni sarà anche peggio: sovrappopolazione + danni da climate change + scarsità, si legheranno in modo insolubile creando un’infinità di problemi irrisolvibili per gli Europei.
Il mondo è composto da stati nazionali, la competizione globale muterà in violenta competizione globale con logiche di gioco a somma zero: saranno tanti gli stati nazionali che collasseranno assieme alla propria popolazione, torneranno i contesti pre-industriali, non democratici, con caste e schiavi, senza uno stato di diritto, con guerre, carestie, epidemie, collasso demografico, bassa speranza di vita, scarsissima scolarità (tranne nei paesi del I°mondo, che essendo dotati di un hard power militare, eviteranno il collasso a vari stati nazionali, pagandone però un prezzo salato).
Marco
Per capire l’Africa e tanto altro, devi cambiare prospettiva.
Al centro di tutto c’è l’agricoltura nel suo legame con la finanza.
https://www.grain.org/
Tempo fà, ebbi a fare un paio di conti, per valutare la plausibilità della propensione alla migrazione di 1:2 nel 2050 degli africani, in effetti, la stima appare assai solida.
Le Guerre del Cambiamento Climatico nel Mediterraneo ed in Siberia entro il 2050
https://mio-radar.blogspot.com/2019/09/le-guerre-del-cambiamento-climatico-nel.html