Il blog amico Kelebek ha pubblicato una recensione molto positiva del Picco per Capre. Fra i commenti ne appare uno che merita a sua volta un commento più meditato. L’estensore del commento è Francesco e si riferiscei alla Figura che segue di Picco per Capre:
La figura rappresenta in forma semplificata l’economia del debito/ credito per portare il lettore a riflettere sul fatto che è questa che spinge il sistema alla crescita e, dunque, all’intrinseca non sostenibilità dell’economia stessa.
Francesco commenta come segue:
Francesco says:
13/01/2018 at 11:51 pm
Ehm la figura 2 è corretta ma la interpretazione è totalmente sbagliata.
Il meccanismo per cui un’azienda prende 400 di risorse e produce 440 di beni è la base dell’economia. Non di quella teorica, studiata ex-post da quegli enti semi inutili che siamo noi economisti.
Io prendo in prestito 400 di ferro ed energia eletttrica, li trasformo in zappe, le vendo per 440, il circolo si chiude senza miracoli e senza danni.
Ciao
La prima parte del commento è vagamente tautologica. Non si vede dove sia l’errore di interpretazione. Effettivamente questo è il modo di funzionamento dell’economia ed è esattamente per questo motivo che il problema è l’economia ed anche il motivo per il quale noi (Jacopo ed io, ma anche molti altri) pensiamo che l’economia, così com’è smetterà di funzionare.
La seconda parte rappresenta l’idillio economico pensato dagli economisti: l’aumento di valore avviene senza miracoli e senza danni. E questo si che è falso. L’economia è lo specifico metabolismo sociale di Homo sapiens. Ogni specie vivente ha un suo impatto ecologico, ogni specie vivente, a suo modo, fa miracoli e danni, Homo sapiens ne ha sempre fatti di più di tutti gli altri. Prima, quando ancora era ad un livello di evoluzione culturale da non poter essere distinto dagli altri organismi del pianeta, si è appropriato di una quantità enorme di biomassa attraverso il controllo e la riproduzione del fuoco (prima scoperta- invenzione prometeica), poi ha scoperto l’agricoltura (seconda scoperta prometeica) infine la macchina a vapore, cioè la possibilità di sfruttare i combustibili fossili (terza scoperta prometeica). Quest’ultimo passo ha creato le condizioni per un temporaneo (sottolineo il temporaneo) affrancamento dal flusso di energia solare ed ha permesso l’esplosione demografica degli ultimi due secoli e mezzo e la contemporanea crescita dell’economia della civiltà industriale. La tendenza esisteva anche in precedenza, e probabilmente la tendenza alla crescita della popolazione è innata (tutte le popolazioni di tutte le specie viventi in presenza di risorse abbondanti crescono fino a raggiungere la capacità di carico e spesso a superarla), ma la disponibilità di un flusso energetico facile ed abbondante ha creato quella che il nostro Francesco considera un fenomeno naturale: la crescita. Il miracolo è quello e concordo sul fatto che non è un miracolo, il danno è evidente e non sarebbe un problema se, e solo se, l’accumulo di danni non avvenisse ad un tasso superiore a quello con il quale gli ecosistemi naturali sono in grado di ripararli. Questo anche quando si considerano solo le zappe e l’energia elettrica.
Poi naturalmente, quando si parla dell’economia del debito- credito, si parla di una cosa in cui la creazione di debito supera di gran lunga la creazione di valori materiali, merci e servizi e la corsa per riempire quel vuoto determina l’ossessione per la crescita ad ogni costo che caratterizza la politica del nostro tempo.
Caro Francesco, non c’è alcuna “intepretazione” nel nostro punto di vista, è solo un punto di vista come un’altro, può essere abbastanza radicale, ma è un semplice punto di vista. Attualmente il problema è proprio l’economia. Cioè il metabolismo sociale umano.
Mi chiedo quale sia il termine giusto per definire ciò di cui stiamo parlando.
Non so se altre culture avessero una idea di “economia” confrontabile con quella che nasce in Inghilterra nel Settecento.
La parola “capitalismo” in sé non è male (cioè mette l’enfasi sul fatto che un tizio mette capitali/soldi perché vuole più capitali/soldi), ma è fortemente inquinata da identitarismi politici di vario tipo; e fa perdere di vista l’aspetto ecologico.
Stiamo parlando dell’Umanità, caro Miguel
😀
Si, infatti stavo proprio pensando mentre scrivevo che la forma che il metabolismo sociale ed economico umano prende dal settecento in poi è il capitalismo. In potenza il capitalismo esiste da prima, praticamente dal basso medioevo (anche se forme embrionali sono presenti sempre nella storia ovunque ci sia divisione del lavoro, commercio e mercato), ma diventa la forma specifica del nostro metabolismo quando scopre il modo di usare i combustibili fossili, cioè dall’invenzione della macchina a vapore in poi. Si può dire che il capitalismo ha aperto la strada alla propria esplosione planetaria ed alla conseguente devastazione della biosfera.
La specie umana è l’unica razza di bestie che è in grado di capire quali danno sta facendo al suo ecosistema, di compararli ai vantaggi che ottiene, di decidere al riguardo e, soprattutto, di cambiare il suo modo di espandersi nell’ecosistema per non segare il ramo su cui è seduta.
Peraltro, se è il nostro metabolismo, non vedo cosa potremmo farci. Forse creare degli Homo sapiens OGM che non vogliano crescere? che poi è quello che sta succedendo in molte società avanzate, dove l’istinto primario a moltiplicarsi pare sedato. Che Mamma Natura ci abbia già fatto la modifica al DNA? la cui efficacia è tanto maggiore meno ne siamo consapevoli.
Grazie
Sinceramente questa unicità della specie umana è ancora tutta da dimostrare. Il metabolismo è storicamente determinato dalla disponibilità di risorse e dalla salute degli ecosistemi, se l’unicità di cui parli non si manifesta in tempo, l’uomo rientrerà nell’alveo della capacità di carico per via naturale, cioè con il collasso dell’economia industriale e una drastica riduzione della popolazione.